Luntanu ma vicinu (D. Montenegro) | Carmine Torchia

da Sersale ero arrivato a San Giovanni in Fiore.

ci avevo messo un’infinità perché mi ero fatto prestare la Y10 da mio padre.
Danilo Montenegro, arroccato sulla montagna, il cantastorie, il pittore, il professore, l’anarchico, l’uomo libero coi suoi tratti calabri, capelli e barba lunga, occhiali da sole scuri e un sorriso generoso mi era venuto incontro. di lui mi aveva parlato Giovanni a un mio concerto a Vibo.
Danilo, sono venuto per chiederti se posso cantare una canzone tua. va bene, la puoi cantare. sì, però te la devo fare ascoltare ché se poi non ti piace con quale faccia mi presento sul palco? puoi cantarla, sulla fiducia, quale vuoi fare? Luntanu ma vicinu. sentiamo.
mi piace, Carmine, cantala dove e quando vuoi.
e allora tra le mie canzoni italiane ce la mettevo, concerto dopo concerto, insieme a Simone, Luigi e Peppe, gli stessi amici che hanno accettato di registrarla oggi, a distanza di una decina d’anni da quei tour sgangherati e pazzi.

grazie Danilo,
per aver scritto una così intensa canzone,
per avermi accolto nella tua casa.

Carmine Torchia

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