dopo vent’anni | antonio borelli

Senza giri di parole: ho sempre sognato di scrivere sulla Masnada. Lo sognavo anche quando neanche lo sapevo che esisteva la Masnada. Non mi ricordo in realtà i primi numeri, però mi ricordo che con Carmine Torchia provammo a fare qualcosa di simile anche dalle nostre parti: ma inutile, la Masnada è la Masnada. È un altro livello. Me li ricordo quando fecero uno dei primi reading di poesia a Sersale. Dove li trovi dalle nostre parti quelli come Gianluca, che sanno sempre che libro consigliarti? O quelli come Nunzio e Raffaele con cui ci puoi battibeccare citando Lenin? O quelli come Matteo con cui puoi confrontarti per intere nottate? O quelli come Carlo che… che… che ti trasmettono una calma zen con pizzetto, o come tutti gli altri che non elenco perché non troverei mai le giuste parole per descriverne i pregi, le doti e le qualità. E già, perché ho sempre fatto fatica a trovare le parole adeguate per scrivere sulla Masnada. All’inizio non mi chiesero di scrivere forse perché non mi intendo di letteratura e non so far poesia. Poi però il compagno Mercurio (mai nome fu più appropriato) mi diede l’annuncio che la Masnada voleva aprire anche ad altri contenuti e quindi sarebbe stato interessante leggere qualcosa di un giovane blogger locale. E quindi iniziai anche io a scrivere per una “Rivista”: all’inizio più spesso, poi un po’ più di rado. Molte volte, a dire il vero, le mie parole non sono mai apparse sulla Masnada. Anzi ora che ci penso è da parecchio che non mi pubblicano! Da quando la Masnada è anche un festival e fanno le presentazioni dei libri con gli scrittori veri, non mi pubblicano quasi più. Eppure non ho mai scritto cose scomode… mmmm… certo le mie non erano rime né prose artistiche come fanno loro… Non è che sono diventati radical chic? Ma no! Sicuramente non c’era spazio, sicuramente qualcuno meritava di più…Forse perché sono uno dei pochi masnadieri che non ha ancora scritto un libro? Naaa, non credo. Sarebbe troppo snob per chi va contro ai classici cliché. Però: loro sono filo russi (nel senso di letteratura), ma non certo sovietici. Non mi avrebbero mai censurato…

 

Comunque stavolta quando è arrivata la mail di Gianluca prima volevo scrivere sulla comunicazione contemporanea della Bestia, ma non era roba da ventennale (forse più da ventennio). Poi volevo scrivere qualcosa sul Salone del Libro: per me non dovevano denunciare l’editore di Altaforte per apologia, la cultura non ha bisogno di tribunali per stabilire che quelli coi libri non ci azzeccano nulla… ma poi ho visto che Nunzio era in loco, quindi vuoi competere con un Libraio? Ho provato perfino a scrivere due rime, ma mi sono arenato come “una balena e altri cetacei”.

 

E allora stavolta niente contenuti, solo complimenti per i fondatori di questa Masnada. Per quelli che l’hanno mantenuta viva, che l’hanno aggiornata graficamente e portata alla conoscenza di un pubblico più vasto. Quelli che ogni anno si sforzano di darci uno spazio d’espressione, che lo danno ad artisti ed intellettuali (anche se su Fusaro, eh eh eh… Ma nessuna critica alla direzione del festival, che sia chiaro…) Questi ragazzi di provincia, questi novelli scapigliati, un po’ scrittori, un po’ librai, un po’ geometri, un po’ architetti. Che hanno permesso anche a me di giocare a fare l’artista.

Solo elogi per chi ha fatto un po’ di cultura nel nostro comprensorio: bravi, preparati, ambiziosi… e anche belli! Decisamente belli, con presenza scenica, col polso del presentatore e del critico letterario, alcuni anche col piglio del musicista!

Insomma come avremmo fatto senza?!

W la Masnada, W i Masnadieri.

PS: Se leggete questo articolo è perché stavolta ho usato le parole giuste per essere pubblicato!

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